Taste of Roma – La nostra Cacio&Pepe, una finalissima ricca di emozioni con Giglio e Lagna

Taste of Roma 2017- Contest chef&maître

“La nostra Cacio&Pepe”

Si è conclusa l’avvincente sfida tra gli chef di chef&maître, che ha visto finalisti Eduardo Giglio e Luca Lagna.

La finale si è svolta all’interno del Taste of Roma presso l’Auditorium Parco della Musica, al cospetto dell’autorevole giuria composta da:

 

Alessandro Narducci, Ristorante  Acquolina

Nasce a Roma nel maggio del 1989 , testardo, goloso e ambizioso decide di assaggiare il mondo dell’enogastronomia. Diplomandosi come sommelier professionista presso l’AIS (Associazione Italiana Sommelier) vede aprire davanti a se le porte del “Waldorf Astoria” di Roma, dove inizia il suo percorso di formazione culinaria, dopo due anni decide di sposare la “convivialità” di casa Troiani, approdando nella cucina del Convivio, dove innovazione, estro, creatività e tradizione segneranno per sempre la vita di Alessandro, tanto che, dopo due Stagioni trascorse alla corte di Heinz Beck negli Emirati Arabi, decide di tornare nella Capitale. Ancora una volta a servizio della famiglia Troiani, guidando il timone della “Nuova” Acquolina Hostaria in Roma, Alessandro conferma con successo la Stella Michelin 2016.



Nel Maggio 2017 trasferisce ,insieme alla famiglia Troiani, il ristorante Acquolina nella prestigiosa sede del “The First luxury art Hotel di Roma” a pochi passi da piazza del popolo.
Ed apre nella Medesima sede “Acquaroof” Bistrot situato nella terrazza panoramica dell’albergo.

 

Luigi Nastri, Stazione di Posta

Luigi Nastri, classe 74, la scuola di cucina che l’ha formato è quella di mamma Elvira e papà Nicola, nella “sua” costiera amalfitana. Quindi, tanta pratica, alcune collaborazioni decisive, un percorso fatto di tecnica, passione e ricerca. Al ristorante Settembrini, come cuoco “resident”, raccoglie la sfida della ristorazione romana e mette a punto la sua personale idea di cucina. Otto anni dopo, nel 2014, lascia Roma per Parigi: due anni intensi a La Gazette, distillati in nuovi stimoli, nuove prospettive, nuove esplorazioni.
Il suo è un approccio minimalista: una chiara matrice mediterranea, ancor più che italiana. Il risultato è una cucina personale, che affonda le sue radici nei pranzi di famiglia, con il suo carico olfattivo ricchissimo e, che, partendo da qui, sperimenta tecniche, cotture, accostamenti. Nel passaggio tra la tradizione della sua terra alla ricerca successiva, il filo conduttore è la qualità. Qualità delle materie prime, qualità delle preparazioni. Effetti scenografici ridotti al minimo, il culto del sapore assoluto, che si ottiene utilizzando pochi ingredienti lavorati il giusto, senza mai manipolarli, l’utopia di un piatto con un solo ingrediente: perché il gusto di ciascun prodotto, di ciascun cibo per liberarsi ha bisogno di spazio, e di libertà, proprio come i cuochi.


La cucina di Luigi si riassume in un fastello di parole chiave:
Personale: con un percorso che va dalla cucina di famiglia alle influenze e alle tradizioni di paesi lontani, spesso di mare. La vera differenza tra una cucina e l’altra è il fattore umano, ovvero, l’intervento del cuoco: è la sua personalità, quello che ha immaginato, inventato, creato a dare unicità a un piatto.
Di prodotto: prodotto di qualità e prodotto di stagione. Grandi prodotti italiani ma non solo: se l’equilibrio di un piatto richiede un ingrediente che arriva da lontano, Luigi lo farà arrivare da lontano. Perché la ricerca e la fedeltà a un piatto vengono prima di ogni ideologia.

 

Cristoforo Trapani, La magnolia ristorante

La biografia di Cristoforo Trapani è intrecciata ai sapori e ai colori della sua Campania, precisamente a quelli di Piano di Sorrento, dove è nato. Lì ha mosso i primi passi, imparando a privilegiare la freschezza degli ingredienti nel negozio di frutta e verdura della mamma Felicia e formandosi così un’idea di cucina poco elaborata ma molto grati cante.


Successive esperienze a fianco di grandi maestri come Heinz Beck, Gennaro Cannavacciuolo, Moreno Cedroni e Davide Scabin hanno completato la sua personalità di chef capace di raccogliere e far evolvere la ricca tradizione del nostro sud.
È dunque un fantasioso incontro tra Campania e Toscana quello che Trapani realizza a “La Magnolia”, col pensiero fisso alla felicità del cliente. Una cucina semplice, mai esasperata: senza “sfere e schiume”, ma sempre alla ricerca di un gusto schietto e pulito.

 

Felix Lo Basso, Ristorante Felix Lo Basso


Felice Lo Basso nasce a Molfetta nel 1973 e compie il suo apprendistato in grandi ristoranti gourmet in Italia e all’estero. Nel 2011 viene insignito della prestigiosa stella Michelin. Dotato di uno stile raffinato, sempre in gioco tra creatività e ricerca, fa della qualità e del rispetto delle materie prime il suo punto di partenza. La sua cucina è nata al mare ed è cresciuta in montagna: il trait d’union è la ricerca dei prodotti di qualità, la voglia di sperimentare forme e colori, di mixare i gusti. Nel suo ristorante Felix Lo Basso offre una cucina di alto livello, sofisticata nell’elaborazione dei piatti ma con forti ancoraggi alla tradizione e alle materie prime italiane.

Intuizione, fantasia, innovazione e creatività sono i pilastri della proposta enogastronomica.
A pochissimi mesi di apertura del suo ristorante a Milano, nel 2016, gli viene insignita nuovamente la stella Michelin

 

I giovani sfidanti, Eduardo e Luca, hanno presentato la loro idea innovativa della tradizionale” Cacio e Pepe”, reinterpretando questo piatto con personalità e tecnica.

La finale si è aperta con lo show cooking di Eduardo Giglio, che ha portato al Taste la sua Cacio e Pepe

“Tubetto di Gragnano Antonio Massa cotto in brodo di triglia, fonduta di pecorino romano e pepe, triglia affumicata a freddo e marinata con zenzero, colatura di alici e mentuccia”

 

Poi è stata la volta di Luca Lagna con la sua Cacio e Pepe

“Spaghettoni Benedetto Cavalieri al pepe lungo, crumble al pepe di Sichuan e spuma di cacio al sifone”

 

Presente alla finalissima anche Antonio Labriola, terzo classificato al contest, che ha seguito la sfida al fianco degli illustrissimi giudici.

 

Una finale ricca di tensioni ed emozioni, tanta passione ed attenzione per ogni dettaglio hanno contraddistinto i due chef alle prese con le loro realizzazioni  riuscendo a stupire la giuria che è stata molto generosa di complimenti, lodando il loro impegno. Una giuria attenta alle preparazioni ma anche comprensiva verso i due ragazzi, molto emozionati, riuscendo a smorzare la loro tensione con coinvolgente partecipazione e sorissi.

Due piatti molto diversi quelli di Eduardo e Luca, il primo definito dai giudici “elegante, fresco ed estivo”, il secondo “selvaggio, ruffiano e goloso”, entrambi hanno avuto il consenso della giuria per gusto e presentazione, l’intento di stupire dei due giovani chef ha avuto successo.

 

La scelta dei giudici è stata dettata dal tema del contest, Luca Lagna si aggiudica la vittoria con la sua Cacio&Pepe, nonostante il piatto presentato da Giglio abbia ricevuto i complimenti di tutta la giuria e del pubblico.

Un solo vincitore ma una  vittoria per entrambi che hanno saputo portare a termine la gara davanti al grande pubblico del Taste of Roma, potendosi esibire ricevendo visibilità e applausi.

Due sfidanti che hanno ben capito l’opportunità che hanno avuto a prescindere dalla vittoria, infatti tanti sono stati gli abbracci e i sorrisi tra i due prima e dopo la sfida, sostenendosi a vicenda per la tensione.

 

Molta sportività e eleganza hanno contraddistinto la gara, complimenti ad entrambi!

 

 

E ora la parola a loro, i due protagonisti:

Giglio Eduardo – In primis volevo ringraziare il gruppo chef&maître per avermi dato la possibilità di partecipare ad una manifestazione importante come il Taste of Rome.  Arrivare li non é stato un traguardo ma solo l’inizio di progetti futuri raggiungendo una crescita nel mio lavoro sempre con umiltà, amore e totale devozione. 

 

É stata una bellissima esperienza che mi ha dato la possibilità di conoscere  persone nuove e speciali come voi di chef&maître. 

 

Luca LagnaGrazie al meraviglioso gruppo di chef&maître ho avuto la possibilità di prendere parte alla finale del contest “la nostra cacio e pepe” che mi ha visto vincitore in un palcoscenico di tutto rispetto quale quello del taste of Roma 2017.

Qui ho avuto l’onore non solo di farmi conoscere personalmente e professionalmente da un pubblico nuovo e variegato, ma soprattutto di interfacciarmi con eccellenti professionisti della cucina e della ristorazione quali gli chef Felix Lo Basso, Luigi Nastri e Alessandro Narducci che hanno giudicato il mio piatto come vincitore. Colgo l’occasione per ringraziare gli chef Adriano Baldassarre e Massimo Viglietti per la loro estrema cortesia e cordialità. Ringrazio, poi, Massimiliano De Stefano e Ires Crippa in qualità di fondatore e curatore del gruppo di chef&maitre, una realtà all’avanguardia e in continua crescita; ringrazio la giuria che ha selezionato il mio piatto e quello di Eduardo Giglio, originale e di carattere, perché potessimo disputare una così bella finale; ringrazio, inoltre, Denis e Claudia, titolari del ristorante “Sciamu moi” di Alezio presso cui lavoro, che mi hanno consentito di partecipare e mi hanno incitato e sostenuto in questa avvincente competizione; e, non ultimo, ringrazio Cristian e Simone che hanno abilmente tenuto le redini della cucina in mia assenza.

I miei complimenti e i migliori auguri vanno al mio avversario Eduardo, una persona genuina e sportiva come poche, che ha condiviso con me questa piccola parentesi in uno scenario di alto livello che spero abbia sempre maggiore riscontro.

 

GUARDA IL VIDEO DELLA FINALE

 

 

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