Lo chef Ivan Tronci stravolge gli schemi partendo da un camper…

Niente confini e limiti alla cucina per l’Ambassador di c&m, Ivan Tronci.

Da Amburgo fino a Otranto, passando per il Belgio, l’Olanda , la Francia, scendendo giù per la Corsica , da qui in Sardegna, poi giungendo sino al Salento.

A bordo di un camper “Renault Saviem del ’77” sta seguendo un itinerario che sulla cartina geografica traccia una mezzaluna, antico simbolo legato al culto di Artemide, dea della natura selvaggia e dei luoghi incontaminati, ma anche simbolo che compare nell’antico stemma di Terra d’Otranto, tenuto in bocca da un delfino argentato, in memoria della ricacciata dei turchi dalla città’ dei Martiri,  città’ di origine dello Chef Tronci, dopo la cruenta invasione del 1480. Suggestioni culturali che si intrecciano con una ricerca umana e creativa che intende trovare la sua fonte d’ispirazione fuori dai canonici spazi di una cucina professionale, come quella di un ristorante o di un albergo, per fondersi totalmente con la visione di un viaggio, di una foresta, di una montagna, di un dove sul prato o di un ramo proteso su un ruscello.

Migrazione a Sud che vuole recuperare quel rapporto tra cibo e luoghi incontaminati , percorrendo una prospettiva nuova: quella della creazione culinaria lontana dai ritmi incalzanti e spersonalizzati della ristorazione.

Questi anzi vengono sostituiti da Tronci con dei ritmi lenti… emozioni, incontri e immersione armoniosa nell’ambiente circostante. Elementi che rientrano in quello che potremmo definire una sorta di “impressionismo culinario“, inteso come nuovo modo di intendere la cucina sul modello della pittura “en plein air” (all’aria aperta) dalla seconda meta’ dell’800 , quando giovani artisti abbandonarono il buio dei loro atelie, portando i loro cavalletti sulle Rive Gauche della Senna per dipingere la realtà “dal vivo” per  poterne cogliere l’infinita varietà cromatica, rivoluzionando in questo modo la storia dell’arte. Con le dovute differenze, anche Tronci attraverso questo viaggio cerca una fusione totale tra creatività e spazio esterno, inteso come elemento liberatorio che funga da guida e da supporto al processo realizzativo, dove il ramo proteso sul corso d’acqua si trasformi in una base di lavoro su cui preparare, ad esempio , un friscous bagnato con una sambuca allo zafferano, olio alla mandorla, mandarino e stevia o un risotto al mandarino con caprino e trota salmonata. Piatti di altissima qualità , dovuti agli elementi di eccellenza utilizzati, che conservano le luci, i colori e l’atmosfera del paesaggio in cui sono stati realizzati.

Non sappiamo se il suo camper sia colorato come il “Furthur”, il bizzarro autobus dai colori sgancianti che negli anni ’60 attraversò gli Stati Uniti, dalla California a New York, descritto magistralmente da Tom Wolfe nel suo “The Electric Kool-Aid Test” , di certo questo viaggio, attraverso posti suggestivi molto distanti dalle normali rotte turistiche, condurra’ lo Chef Giramondo a nuovi interessanti approdi culinari.

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