Milano, Ristorante Olio, Puglia my love

Da dove cominciare? Dalla fine, con il gelato all’olio? Dai proprietari, Angelo Fusillo e Paola Totaro, splendida coppia anche nella vita di tutti i giorni?

Dallo spaghetto semplicemente devastante per intensità? Dallo chef Marco Misceo? Dal guanciale di maiale lucano? Dalla tartare che ti fa cantare per la bontà? Dal carpaccio di gamberi? Dall’olio Muraglia? Dal profumo di Puglia che si respira in ogni angolo e piatto?


Tutto sommato, conta poco l’incipit dell’articolo. La baraonda di profumi è infinita, ma d’altronde lo sai che va così con Misceo in cucina. Ha estro, mano, idee, tecnica, entusiasmo, è la persona ideale per esaltare la sua terra, perché Olio è soprattutto questo, Puglia allo stato puro, Puglia nella sua espressione migliore, un’esplosione di aromi territoriali, ricordi di mare e sublimi frivolezze. Vive per il cibo, arde in lui il desiderio di stupire, i profumi sono nitidi, ogni ingrediente è perfettamente definibile. La sua cucina è cromatica e creativa, articolata, accattivante, passionale. Un puledro di razza.


C’è una logica, un senso, c’è la dedizione totale verso i prodotti di una regione e soprattutto tantissima voglia di stupire, vedere la clientela sorpresa e meravigliata. Si vuole riempire il ristorante e allo stesso tempo far vivere un crescendo di emozioni pugliesi, dalla carne dei fratelli Vanvara alle mandorle di Toritto, dal caciocavallo della Masseria Colombo ai limoni del Gargano. Le portate sono di un’estrazione geografica molto chiara, la matrice è schietta.
Dovessimo scegliere un antipasto e un altro piatto punteremmo sul carpaccio e lo spaghetto, per poi concludere con il gelato all’olio. Il primo richiede lumi di candela, regala la felicità immediata, pare velluto, sprigionando seduzione.


Il secondo pungola il desiderio amoroso, è un esperienza esplosiva, eccitante, il sangue inizia a rombare nelle vene, provi scosse di piacere, è un piatto quasi tenebroso, aggressivo, testosteronico. La prima forchettata è un’emozione violenta, fa un effetto quasi psichedelico.
Il gelato invece induce alla lentezza, è cremoso e gustoso, con il sale e le mandorle che ti portano su e giù sul rollercoaster dei contrasti.
Se poi tornassimo una seconda volta sceglieremmo il guanciale di maiale, morbido come la seta, anche se a qualcuno potrebbe urtare il paragone. Poi la tartare di manzo, manzo pugliese, perché i Fratelli Varvara sono di Altamura, hanno un’azienda straordinaria, difatti la loro carne la trovi solo nei migliori ristoranti, per esempio da Felix Lo Basso (ovviamente pugliese pure lui).


È una tartare scandalosamente buona, sa di paradiso e schiena arcuata, è come fare all’amore con la donna dei sogni. Provatela, ve ne innamorerete.
Esci da Olio con il desiderio di tornare e ti svegli con la voglia di ricordare ogni forchettata, ogni boccone.

Piazzale Lavater 1
20129 Milano
02 2052 0503

Articolo di Dominique Antognoni