Milano: “Innocenti Evasioni”…Come in un film

Ammissione pubblica: che venisse messo agli atti… Siamo colpevoli!

Per anni si mormorava che a Milano ci fossero due ristoranti a rischio. Rischio di perdere la stella, perché non meritevoli del riconoscimento della Michelin. Uno di loro era “Innocenti Evasioni”. Si sussurrava non fosse all’altezza. Nessuno aggiungeva altro, nel frattempo la voce girava, tanto, tra gli addetti ai lavori, soprattutto chef, giornalisti e altri.

Poi arriva quel momento, ti decidi di andare e scoprire se le voci siano fondate oppure no. Anche perché dietro le critiche e le lamentele c’è spesso un mondo losco, scivoloso, che non perdona un mancato invito a cena, uno sconto e via discorrendo. Tradotto, non sempre una critica è trasparente, spesso nasconde dell’altro.

La nostra colpa è quella di aver lasciato dire senza controllare.

Dunque, eccoci lì un lunedì sera, giornata che solitamente sa di magra. Eppure in via della Bindellina, zona viale Certosa, non c’era una sedia vuota. Nemmeno una, pieno al cento per cento. E’ stata la seconda sorpresa della serata, perché la prima fu l’impatto con la sala: bellissima, ti pareva di essere nel mezzo di un set cinematografico, oppure al teatro.
L’atmosfera era straordinaria, così leggera e piacevole, informale, l’esatto contrario di tante altre situazioni stellate, rigide e impostate a tal punto da farti venire l’ansia solo all’idea che qualcosa potesse andare storto.


Una sala molto accogliente, calda, open space, tavoli rotondi, gradevoli all’occhio.

A proposito, ci avete fatto caso?

I tavoli rotondi fanno cambiare radicalmente l’umore e la percezione di un locale, diventa tutto zen e rilassante, non a caso li trovi nei ristoranti di alto livello.
Passato l’entusiasmo e l’ebbrezza iniziale, si passa alla turbina di sensazioni gastronomiche, chapeau!

Il complimento vale anche per la sommelier Lucia Gatti, da anni nella classifica dei migliori del settore meritatamente.

Piccola parentesi, alla fine dell’anno scorso il ristorante ha subito un piccolo grande terremoto, uno dei due chef e socio, Eros Picco, ha lasciato la nave, decidendo di proseguire per conto suo, prendendo altre strade (auguri).

Al timone di Innocenti Evasioni vi è rimasto solo Tommaso Arrigoni, qui dal primo giorno dell’apertura, vent’anni addietro.

Tommaso Arrigoni

Nessun sconquasso, nessun cambiamento, la crociera di piaceri va avanti, vivendo un momento d’oro. Lo si capisce dai piatti, coreografici e sostanziosi, intriganti e intelligenti, rischiosi ma non troppo. Due esempi su tutto: lo spaghetto con salsa di peperoni, pomodorini Cherry al forno, olive taggiasche, paprika e sotto una sorprendente battuta di gamberi rossi. Complesso da morire, intenso da svenire, ti porta sul rollercoaster dei gusti, sulle montagne russe. Strepitoso, inaspettato, spiazzante, vale da solo la stella e la visita, la serata e la cena.


Un unico momento di delusione, quando il piatto finisce. Ogni forchettata sa di incanto, di meraviglia, ti stordisce. E pensare che inizialmente ti pare un azzardo, mescolare la pasta e la battuta di gamberi: appena arrotoli il tutto, la titubanza svanisce, lasciando spazio allo stupore.

Piatto da assaggiare con lentezza, in silenzio assoluto.

Superato il dispiacere dell’ultimo boccone, ti chiedi cosa potrebbe arrivarti per salire ancor di più di livello e di intensità. Ti rispondi che no, non si può. E invece, eccolo.


Ravioli con bisque di crostacei, fegato di maiale e di vitello e filetti di pomodoro. Piatto per gourmand estremi, quelli pronti a buttarsi nel fuoco dei piaceri aggressivi e delle combinazioni diaboliche.
Nirvana e nitroglicerina da Innocenti Evasioni.

Immagina, puoi.

(Di Dominique Antognoni)

Innocenti Evasioni
Via Privata della Bindellina
20155 Milano