La rubrica di Dominique Antognoni: Osteria della Bullona – Milano

Perché sì, la ristorazione stellata e creativa, il tocco asiatico, la filosofia nordica. Tutto fantastico. Niente da dire. Investimenti spesso mirabolanti, piatti al limite del surreale, per idee e tecniche. Superlativo.
Però volete mettere l’osteria? Profumo di casa, menù semplice, ghiotterie a buon prezzo: impareggiabile.


Peccato che in tanti abbiano perso il gusto e la voglia di lavorare in un locale del genere: le nuove leve pensano solo ed esclusivamente al mondo dorato delle stelle, tranne poi scoprire che la strada è più dura di una puntata di Masterchef. Alcuni proprietari inseguono mode e tendenze, ma in modo goffo, trascurando la materia prima e la qualità, restando con un nulla di fatto fra le mani. Pure la clientela ondeggia insicura, spesso optando per una via di mezzo, quel vorrei ma non posso assai patetico.
Certo, l’osteria è un mito e come tale vien difficile trovarne una manifestazione reale, autentica, che ne soddisfi tutte le caratteristiche. Ovviamente, in pieno centro milanese si fa fatica incontrarne una con vista sulle colline, oppure nascosta nella natura, ancor meno situata nella piazza principale del borgo.
Ci sono però i piatti, che sono alla base di tutto. Ecco, L’Osteria Della Bullona, in via Piero della Francesca, sarebbe l’esempio ideale di un piccolo ristorante che riesce a fondere la buona cucina con i prezzi contenuti, l’atmosfera familiare con la qualità dei prodotti.
E’ tutto perfetto: sei antipasti, sei primi, otto secondi e poi sei dolci. Piatti di carattere, quasi da bistrot: immediati, ricchi, generosi, saporiti, ambiti, riconoscibili, gusti pieni. Tutto molto semplice e molto buono, rassicurante e rilassante, esattamente come dovrebbe essere.
Il menù impostato dal cuoco Daniele Ferrari (fra l’altro è anche uno dei soci, l’altro è Daniele Carretoni, l’oste) pare azzeccatissimo: la pizza è leggerissima, la Margherita pare seta. I mondeghili, la polenta e il risotto alla milanese trasmettono e diffondono il senso di appartenenza, ricordandoti dove ti trovi. Gli altri risotti sono cremosi e coccolosi, come direbbe qualcuno: abbiamo assaggiato quello all’acqua con grana padano stagionato e tartare di gambero rosso e melograno, strepitoso. La pasta, inutile aggiungerlo, è fatta in casa: tagliatelle e tagliolini. Il pane, idem, homemade, con lievito madre.
Vince però la cotoletta, anzi, la costoletta, perché il “manuber”, l’osso, non manca mai: la carne è delicata e succosa, fassona piemontese di primo livello, trenta giorni di frollatura. Le patatine fritte sono fatte in casa, ovviamente. Pure l’acqua è opera loro, niente acquisti esterni, altra carezza per il cliente, perché così facendo i prezzi possono restare ancora più bassi: può sembrare una scemenza, non lo è affatto. Due euro la bottiglia, quasi nulla. Già che parliamo dei prezzi: si va dagli otto euro per una Margherita superlativa ai 18 per il risotto appena nominato.
Bandierina da piazzare, assolutamente.


Osteria della Bullona
Via Pier della Francesca,68
20148 Milano

Dominique Antognoni