Petit Royal – chef Paolo Griffa: una cucina creativa e giocosa, tecnica e precisa, con una propria identità e legata al territorio

“Lo Chef Paolo Griffa continua a crescere e a sorprendere proponendo una cucina creativa e giocosa, ma anche tecnica, precisa, con una propria identità e legata al territorio”. – Di Alan Jones

È passato un altro anno e, insieme alla mia compagna Raffaella, siamo ritornati a cena dallo Chef Paolo Griffa al suo Petit Royal, ristorante neostellato che si trova all’interno del Grand Hotel Royal e Golf a Courmayeur.
La nostra prima visita risale al mese di settembre 2018 quando Paolo era arrivato al ristorante da pochi mesi e ho subito notato il suo talento, la sua tecnica e la sua passione per la cucina, ho immediatamente capito che sarebbe cresciuto molto nel corso degli anni e che avrebbe ricevuto innumerevoli meritati riconoscimenti. Avendo una grande tecnica di base, avendo tanta passione, determinazione e talento, Paolo riesce a proporre una cucina sia estrosa e divertente che altrettanto precisa, armoniosa ed esteticamente e visivamente stupenda. I suoi piatti infatti, oltre ad essere equilibrati ed eccellenti, sono delle vere e proprie opere d’arte.

Prima di continuare a descrivere la nostra esperienza volevo scrivere anche due parole doverose sullo Chef, sul ristorante e sull’Hotel.

Lo Chef albese Paolo Griffa, classe 1991, è considerato tra i più promettenti chef della nuova generazione. È cresciuto professionalmente in ristoranti di altissimo livello come il Combal.Zero di Davide Scabin (1 stella Michelin) a Rivoli e il Piccolo Lago di Marco Sacco (2 stelle Michelin) a Verbania. Prima di approdare a Courmayeur, ha avuto anche un’importante esperienza di 2 anni come capopartita nel bistellato ristorante di Serge Vieira in Francia. Nel 2015 è stato inoltre il primo classificato al “San Pellegrino Young Chef” selezione italiana, mentre nel 2017 è stato candidato per la selezione italiana al “Bocuse d’Or”.
Paolo firma i piatti della struttura attraverso il suo personale stile che unisce creatività e ricerca e che gli ha già valso la stima del grande pubblico e della critica di settore.
La sua filosofia la possiamo riassumere con queste parole: entusiasmo, passione e spirito di squadra.
Aria fresca, determinazione e preparazione, questa è l’atmosfera che si respira entrando nel regno della cucina del giovane Chef.
Paolo racconta che sapeva fin da piccolo che la sua strada sarebbe stata quella dei fornelli, quando, insieme a nonna Rosa e a mamma Daniela, preparava teglie di lasagne e decine di gnocchi per l’intera famiglia. Paolo si è formato all’istituto alberghiero di Torino, studi che ha portato a termine con risultati eccellenti. La pasticceria è stato il suo primo grande amore, passione che gli ha insegnato le basi della misura, del peso e della perfezione, tecniche che ha poi deciso di applicare nella sua cucina.
Paolo ha portato nelle prestigiose cucine del Royal non solo la freschezza e la novità, ma soprattutto l’amore ed il rispetto del territorio nel quale è ospite, in questo caso la Valle d’Aosta, che onora nei suoi piatti con diverse erbe aromatiche dal gusto fresco oltre che dall’aspetto unico.

La sua idea di menù risulta in effetti molto particolare, frutto di molteplici esperienze lavorative all’estero in alcuni dei migliori ristoranti al mondo, come Combal.Zero (IT), Chateaubriand (FR) e Studio (DK).
Nella carta ritroviamo infatti tutto il suo estro, visto che Paolo vuole sentirsi libero di cambiare i suoi piatti come e quando preferisce. È proprio per questo motivo che la sua non è una proposta comune, ma una scelta d’ingredienti. Il cliente che decide di cenare al Petit ha come possibilità quella di selezionare esclusivamente un tema che sarà poi il fil rouge dell’intera serata. Quindi, come racconta Paolo, l’ospite sceglie, senza in realtà scegliere nulla, affidandosi completamente a Paolo e alla sua brigata.

Il Petit Royal è un ristorante gourmet con proposte di alta cucina contemporanea studiate per permettere agli ospiti di apprezzare con golosa curiosità i prodotti del territorio.
Lo Chef propone infatti le più amate eccellenze della tradizione locale e i prodotti del territorio in chiave contemporanea e gourmet. Questa è la filosofia del ristorante Petit Royal che ha ricevuto meritatamente la sua prima stella Michelin nel 2020.
A Paolo Griffa del ristorante Petit Royal a Courmayeur, nell’edizione 2020 della guida, viene infatti attribuita una grande precisione nell’esecuzione dei piatti, presentazioni cromatiche interessanti e un’attenzione speciale riservata alle bontà a chilometro zero. Una serie di qualità che contribuiscono ad accrescere la fama del Petit Royal nel panorama locale e nazionale e rappresentano anche un ottimo motivo per cui scegliere di soggiornare al Grand Hotel Royal & Golf. Situato a Courmayeur, nel cuore della meravigliosa Valle d’Aosta, la struttura è uno storico hotel a 5 stelle che vanta una vista mozzafiato sul Monte Bianco.

È l’albergo più antico della Valle d’Aosta (1854) ed ha il tipico fascino delle strutture storiche: è caldo, accogliente, rustico ma anche elegante.

Il ristorante Petit Royal è dotato di grandi vetrate che rendono l’atmosfera del ristorante decisamente magica, in qualunque stagione ci si trovi. Che i versanti del Monte Bianco siano innevati, o che splenda un tiepido sole estivo, il Grand Hotel Royal & Golf è il luogo perfetto nel quale trascorrere una vacanza realmente indimenticabile, all’insegna del benessere e del gusto.
Il ristorante Petit Royal è stato ristrutturato a fine 2018 e risulta adesso molto più luminoso di prima, potendo godere di una fantastica vista aperta sulla piscina, sul giardino dell’hotel e sulle maestose montagne circostanti.


Da quando Paolo è stato chiamato nel 2017 a prendere in mano le redini della cucina del Petit Royal i riconoscimenti non sono di certo mancati.
Paolo ha infatti preso il Premio “Radici Future” (per Identità Golose 2019), mentre nel 2020 ha preso i premi “Chef Giovane dell’anno (per le guide dell’Espresso), “30 under 30” (per la guida del Gambero Rosso) e infine anche la prestigiosa stella Michelin (per la guida Michelin).

Prima di sederci a tavola per la nostra cena, abbiamo avuto la fortuna di incontrare lo Chef alle 17.30 e di fare un giro con lui nel suo regno delle piante, erbe, radici, fiori,… che ha creato nel parco dell’hotel.

Un angolo verde nascosto e unico pieno di profumi e colori. Ovviamente Paolo preferisce andare a cercare e a raccogliere le piante, le radici, i fiori,… personalmente in Val Ferret, in Val Veny o nei prati e nei boschi nei dintorni di Courmayeur, ma ha comunque voluto creare un suo “giardino/orto segreto” per rifornire direttamente il ristorante. Tra le varie specie coltivate troviamo la salvia rossa, la santoreggia, la nepetella, il timo limone, la calendula, il dragoncello, la menta, la melissa, l’acetosa, la finocchiella delle Alpi, il nasturzio, la stella Alpina, la lavanda, la santolina, l’elicrisio (incredibile il suo profumo di pollo al curry), il timo… e altre ancora.

Un tour davvero interessante alla fine del quale abbiamo anche potuto visitare insieme il tavolo per 2 persone che c’è nell’antica torre di pietra di fianco all’hotel e che può essere prenotato per occasioni speciali.

La cena sarà infatti per sole 2 persone e sarà esclusiva con lo Chef Paolo a disposizione per tutta la serata con un menu personalizzato e concordato in precedenza. Un’esperienza sicuramente magica e unica.

Come ho già accennato prima, il menu degustazione si chiama “Declinazioni” ed è pensato come un gioco per il commensale, che può comporre il proprio menu scegliendo tra diversi percorsi (tutti senza comprendere il dessert che verrà invece proposto a fine pasto in una carta a parte). Quest’anno nella carta estiva la scelta era tra “I love Aosta” (130 euro), “Arte” (130 euro), “Viaggi” (140 euro), “Né carne né pesce” (120 euro) e “1x” (100 euro), ossia un piatto da ognuno dei 4 menu degustazione precedenti.
In più c’è anche la possibilità di scegliere il Menu “Jolly” (l’unico che include anche il dessert e che viene proposto a 160 euro) in cui a scegliere gli ingredienti e i piatti è lo chef stesso, che compone quindi il menu selezionando i piatti dalle varie declinazioni per creare un percorso unico, stimolante e divertente. Se il cliente lo desidera c’è anche la possibilità di scegliere tra 9 piatti “à la carte”: 3 antipasti, 3 primi e 3 secondi con prezzi che variano tra i 25 e i 50 euro.

Noi, come sempre, abbiamo lasciato carta bianca allo Chef che ci ha proposto il suo menu Jolly di 8 portate e io ho anche optato per l’abbinamento vini al calice quasi esclusivamente valdostano, dato che conosco poco i vini della Valle d’Aosta.

La carta dei vini è ben fornita, con un’ampia scelta di proposte locali, italiane, francesi, ma anche una selezione di vini di altre Nazioni europee e del resto del mondo.

La sala è composta da un giovane ed affiatato team di ragazzi entusiasti che lavorano con professionalità, passione e cortesia e che contribuiscono a rendere la serata e l’esperienza indimenticabili. Il maître del ristorante presente fin dalla nostra prima visita è Vadim Vasilevschi ed è aiutato da Federica Tommasini, anche lei presente fin dalla nostra prima visita, e dal sommelier Alessandro Mantovani, tutti davvero molto bravi e motivati ed anche impeccabili nella descrizione dei piatti e dei vini.

Di seguito trovate il menu Jolly che ci ha proposto lo Chef Paolo Griffa:

Stuzzichini di benvenuto:

  • Ginger ale di mela annurca, lemon grass e mirtilli
  • Campari e limonata con gel di timo e limone
  • Cialda di pane, olio al nasturzio, olio al basilico e al crescione, fiori di fiordaliso
  • Tartelletta di farina di lenticchie, brunoise di sedana e mandorle, semisfere di capra e glassa di barbabietola, finocchiella delle Alpi
  • Airbag di pane, caviale di melanzane, kefir al ras el hanut, libellula di barbabietola
  • Bao fritto, glassa all’arancia, anguilla affumicata e cerfoglio
  • Mammella fritta impanata, bagnetto verde e fiori di isoppo
  • Cialde di pane nordico, crema di ciliegie, fegato grasso marinato, gel di ruta e foglie di Melissa


Skyline del Monte Bianco: cialda di topinambur, fiori e foglie dalle nostre vallate, pesto di erbe, olive bruciate e semi di papavero

Sud America: ceviche di trota salmonata di Morgex alla pesca e lavanda, finocchio ed erbe di campo

Arte Paper Art Artista Yulia Brodskaya: tajine di verdure, salsa lassi al cumino e menta, cous cous al limone e cannella

La Favò: zuppa di ditalini di farro mantecati alla fontina, fave fresche, pane nero, olio di santoreggia e basilico

Arte Fauvismo Onirico Artista Marc Chagall: risi e bisi blu Chagall e oro: risotto cotto in brodo di olmaria, fiori di pisello e brodo di prosciutto crudo, tamari di peaso (miso di riso e piselli), e kimchi con scaglie d’oro, foglie di silene e farfalle di fontina

Est Europa: quaglia farcita alla Kiev, insalata di patate di montagna, salsa di cavolo viola e crème fraîche, levistico fresco

Tourte de cinghiale, tartufo nero pregiato e lardo d’Arnad, foglie croccanti e gastrique di ciliegie

Selezione di formaggi della Valle d’Aosta

Pre-dessert: kakigori alla mela verde addolcito a scelta con sciroppo di rosa canina oppure con miele di tarassaco

Banana splash: guscio in cioccolato farcito con un cremoso alla banana caramellata e caramel mou, biscuit coulant al cioccolato, pop corn caramellati al curry e pop corn ghiacciati alla crème fraîche, lamponi freschi

Piccola pasticceria:

  • Gelatina di lampone e rosa
  • Cioccolatino di pralinato e feuillatine
  • Cioccolatino al frutto della passione
  • Madelaine alla fava di Tonka
  • Cioccolato bianco e fava di Tonka
  • Tartufino al caffè

Stuzzichini di benvenuto

  • Ginger ale di mela annurca, lemon grass e mirtilli
  • Campari e limonata con gel di timo e limone
  • Cialda di pane, olio al nasturzio, olio al basilico e al crescione, fiori di fiordaliso
  • Tartelletta di farina di lenticchie, brunoise di sedano e mandorle, semisfere di capra e glassa di barbabietola, finocchiella delle Alpi
  • Airbag di pane, caviale di melanzane, kefir al ras el hanut, libellula di barbabietola
  • Bao fritto, glassa all’arancia, anguilla affumicata e cerfoglio
  • Mammella fritta impanata, bagnetto verde e fiori di isoppo
  • Cialda di pane nordico, crema di ciliegie, fegato grasso marinato, gel di ruta e foglie di Melissa

Iniziamo quindi questo percorso di degustazione con una serie di ottimi finger food. Arriva subito al tavolo un fresco e scenografico ginger ale di mela annurca, lemon grass e mirtilli insieme ad una rinfrescante pralina di campari e limonata con gel di timo e limone. Subito dopo seguono altri 6 stuzzichini di benvenuto davvero splendidi e tutti gustosi e ottimi. Il mio preferito rimane un evergreen presente fin dalla nostra prima visita e che deve rimanere assolutamente in carta, ossia il bao fritto, glassa all’arancia, anguilla affumicata e cerfoglio, davvero spettacolare. Molto interessanti anche la mammella fritta impanata, bagnetto verde e fiori di isoppo e la cialda di pane nordico, crema di ciliegie, fegato grasso marinato, gel di ruta e foglie di Melissa. Esteticamente bellissima e ottima anche la cialda di pane, olio al nasturzio, olio al basilico e al crescione e fori di fiordaliso. Completano questo ottimo inizio una golosa tartelletta di farina di lenticchie con al suo interno una brunoise di sedano e mandorle, semisfere di capra e glassa di barbabietola e finocchiella delle Alpi e un accattivante airbag di pane, caviale di melanzane, kefir al ras el hanut e una scenografica libellula di barbabietola.

Il bravissimo sommelier Alessandro Mantovani, per accompagnare questi finger food mi versa un calice di ottimo Champagne Chartogne-Taillet Le Rosé Brut.

Al tavolo ci portano anche il loro spettacolare pane fatto in casa ai cereali a lievito madre (pagnotta) con un morbido e vellutato burro di montagna mantecato e leggermente salato.


Skyline del Monte Bianco: cialda di topinambur, fiori e foglie dalle nostre vallate, pesto di erbe, olive bruciate e semi di papavero

Il primo piatto è preso dal menu “I love Aosta” ed è magnifico in quanto troviamo una croccante cialda di topinambur a rappresentare lo skyline del Monte Bianco alla base della quale c’è invece un delicato pesto di erbe con sopra tra 30 e 60 fiori e foglie delle vallate circostanti a dipendenza della stagione. Paolo specifica che a giugno c’erano più fiori e un maggiore gusto di polline, poi ci sono stati gli anici e quindi il finocchio e il finocchietto, mentre adesso siamo in un momento più balsamico con la mente, il laserpizio…
Visivamente il piatto è davvero molto bello, ma è anche ottimo, fresco e diverso ad ogni assaggio proprio per la grande varietà di fiori e foglie che troviamo ad ogni boccone. Ritroviamo anche un gioco di consistenze tra la croccantezza della cialda e la morbidezza del pesto. Un inizio decisamente sorprendente!

L’abbinamento per le 8 portate del menu sarà di 4 vini della Valle d’Aosta iniziando da un calice di fresco Vin Blanc La Plantze Ferox 2019 che accompagnerà anche il prossimo piatto.


Sud America: ceviche di trota salmonata di Morgex alla pesca e lavanda, finocchio ed erbe di campo

Il secondo piatto che ci propone Paolo a mano libera è invece preso dal menu “Viaggi” ed è composto da una ceviche di trota salmonata di Morgex alla pesca e lavanda con finocchio ed erbe di campo. Un piatto che rievoca quindi i sapori e i profumi del Perù o, più in generale, del Sudamerica, ma che ha anche un’anima valdostana in quanto il pesce utilizzato è la trota salmonata di Morgex e in più ci sono le erbe di campo delle colline circostanti. Bellissimo anche in questo caso l’impiattamento con la marinatura della ceviche a base di pesca che viene anche versata a parte in una tazza e che si può sorseggiare mentre si degusta il piatto oppure si può anche versarne una parte sul piatto stesso.

Un piatto che, seppur diverso e con radici della Valle d’Aosta, mi ha riportato in Perù dove sono stato proprio l’anno scorso in quello che è stato uno dei viaggi più belli della mia vita.


Arte Paper Art Artista Yulia Brodskaya: tajine di verdure, salsa lassi al cumino e menta, cous cous al limone e cannella

Continuiamo con il prossimo piatto che arriva invece dal menu “Arte”. È un piatto dedicato ad una famosa artista di Paper Art, Yulia Brodskaya, ed è il piatto che ho preferito in assoluto durante tutta la magnifica serata, anche se è davvero difficile fare una classifica. Fa appunto parte del menu “Arte”, ma potrebbe benissimo far parte anche del menu “Viaggi” dato che i profumi e i sapori ti trasportano subito in Nord Africa… È un piatto bellissimo, curato, speziato e allo stesso tempo delicato con tutti gli elementi che insieme risultano armonici e ben bilanciati. Le verdure sono ancora croccanti e la salsa lassi al cumino e menta le esalta perfettamente. A parte troviamo invece il cous cous al limone e cannella che si può mangiare sia separatamente che versare sopra la tajine di verdure per assaporare entrambi gli elementi insieme. Chapeau!

Alessandro mi propone in abbinamento un calice di Sopraquota 900 Rosset Raccolto a mano annata 2018 che accompagnerà anche il prossimo piatto.


La Favò: zuppa di ditalini di farro mantecati alla fontina, fave fresche, pane nero, olio di santoreggia e basilico

Ritorniamo al menu “I love Aosta” con un altro dei piatti che mi sono piaciuti di più, La Favò, ossia una zuppa di ditalini al farro mantecati alla fontina, fave fresche, pane nero e olio di santoreggia e basilico. Un piatto molto goloso con la pasta perfettamente al dente e la mantecatura alla fontina eccezionale. La quota croccante viene aggiunta dal pane nero, mentre l’olio di santoreggia e basilico dona freschezza. Altro piatto fantastico. Complimenti!


Arte Fauvismo Onirico Artista Marc Chagall: risi e bisi blu Chagall e oro: risotto cotto in brodo di olmaria, fiori di pisello e brodo di prosciutto crudo, tamari di peaso (miso di riso e piselli), e kimchi con scaglie d’oro, foglie di silene e farfalle di fontina

È la volta di un altro piatto del menu “Arte”, questa volta dedicato al Fauvismo Onirico di Marc Chagall. Mi devo ripetere ma è un altro piatto esteticamente meraviglioso ed elegante con questo risotto dal colore blu Chagall dato dai fiori di pisello che si sposa perfettamente con le scaglie d’oro. Completano il piatto le foglie di silene aggiungendo anche il colore verde al piatto e delle bellissime farfalle di fontina che aggiungono anche la parte croccante. Un risotto cotto ed impiattato alla perfezione. Wow!

Questa volta per accompagnare questo magnifico piatto mi versano un calice di Foehn Cave Monaja Vallée d’Aoste che accompagnerà anche la prossima portata.


Est Europa: quaglia farcita alla Kiev, insalata di patate di montagna, salsa di cavolo viola e crème fraîche, levistico fresco

Questa volta ritorniamo a viaggiare e ci spostiamo nell’Europa dell’Est con una favolosa quaglia farcita alla Kiev accompagnata da un’insalata di patate di montagna, da una salsa di cavolo viola e crème fraîche e da levistico fresco. Un accompagnamento perfetto per una quaglia cotta alla perfezione (ancora rosa all’interno).


Tourte de cinghiale, tartufo nero pregiato e lardo d’Arnad, foglie croccanti e gastrique di ciliegie

L’ultimo piatto salato prima della selezione di formaggi e dei dessert è un piatto molto saporito in cui troviamo sia ingredienti locali che ingredienti che arrivano dal resto d’Italia. Un mix perfetto di ingredienti e di sapori in equilibrio tra dolce e salato e tra morbido e croccante.

Questa volta Alessandro mi propone un calice del vino che mi è piaciuto di più durante tutta la serata. Si tratta di un eccellente rosso della Val d’Aosta molto corposo. Mi versa un calice di Sancto Petro Pelissier, un vino rosso di 16 gradi, strutturato, corposo ma anche elegante che si abbina perfettamente al sapore intenso del cinghiale e del tartufo nero pregiato e che accompagnerà alla grande anche la selezione di formaggi della Valle d’Aosta.

Mi è piaciuto talmente tanto che il giorno dopo sono andato in centro a Courmayeur e ho acquistato 1 bottiglia da portare a casa nell’enoteca locale.


Selezione di formaggi della Valle D’Aosta

Quando vedo arrivare Alessandro con il magnifico carrello dei formaggi mi si illuminano gli occhi data la mia passione per i formaggi. Il Petit Royal propone giustamente una selezione di formaggi della Val d’Aosta e io sono curioso e felice di poterne provare alcuni.

La selezione comprende 3 campane di vetro in cui si trovano 3 formaggi valdostani in ciascuna di esse. Nella prima troviamo i caprini e la scelta è tra 3 caprini di giornata (al naturale, al pepe e al timo) un Crottin di capra e una robiola di capra. Nella seconda cloche ci sono invece la toma di Gressoney, una fontina stagionata 13 mesi e una fontina d’alpeggio. Infine nella terza campana troviamo un Gessato di pecora d’Ayas, un pecorino dolce e un formaggio di pecora affinato nelle uvacce di Fumin di Les Cretes, sicuramente il più saporito e il mio preferito. Io ho scelto due formaggi di ciascuna cloche con i quali mi hanno portato anche due fette di ottimo pane nordico tostato con semi e frutta secca.


Pre-dessert: kakigori alla mela verde addolcito a scelta con sciroppo di rosa canina oppure con miele di tarassaco

E dopo la fantastica selezione di formaggi locali arriva un rinfrescante e fresco pre-dessert. Si tratta di un kakigori (il nome giapponese dell’apparecchio che crea la granita), una specie di granita. La nostra è al gusto di mela verde e sedano selvatico e la si può addolcire con sciroppo di rosa canina (la nostra scelta) oppure con miele di tarassaco.


Banana splash: guscio in cioccolato farcito con un cremoso alla banana caramellata e caramel mou, biscuit coulant al cioccolato, pop corn caramellati al curry e pop corn ghiacciati alla crème fraîche, lamponi freschi

Il dessert vero e proprio è invece un dessert a base di banana, il banana splash, nome datogli in quanto il guscio di cioccolato a forma di banana farcito con un cremoso alla banana caramellata e caramel mou viene lasciato cadere sul piatto già posizionato sul tavolo davanti al commensale con gli altri elementi del dessert già impiattati. Così facendo la banana fa splash e sembra proprio una banana spiaccicata e quindi in questo elemento ritroviamo la parte giocosa del piatto. Sul piatto a completare questo ottimo e delizioso dessert ci sono un biscuit coulant al cioccolato, pop corn caramellati al curry, pop corn ghiacciati alla crème fraîche e lamponi freschi. Bravissima, come sempre, la compagna di Paolo e Pastry Chef Titti Traina.


Piccola pasticceria

  • Gelatina di lampone e rosa
  • Cioccolatino di pralinato e feuillatine
  • Cioccolatino al frutto della passione
  • Madelaine alla fava di Tonka
  • Cioccolatino bianco e fava di Tonka
  • Tartufino al caffè


E finiamo questa magnifica esperienza con la piccola pasticceria composta da una gelatina di lampone e rosa, da un cioccolatino di pralinato e feuillatine, da un cioccolatino al frutto della passione, da una madelaine alla fava di Tonka, da un cioccolatino bianco e fava di Tonka e da un tartufino al caffè.
Per accompagnare questi dolcetti scegliamo l’eccellente caffè Panama Geisha, un caffè con profumi di gelsomino, bergamotto e frutta.


Io, giusto per non farmi mancare nulla, alla fine ho anche chiesto una tisana alla lavanda che mi ha preparato Federica, arricchendola con altre piante e, più precisamente, ha aggiunto fiori di achillea, un’erbetta montana che favorisce la digestione, foglie di imperatoria, una pianta molto speziata per aggiungere volume a livello di sapore e fiori di rosa che hanno una funzione rigeneratrice e rilasciano un bellissimo colore violaceo. Abbiamo quindi finito alla grande questa serata meravigliosa.


Paolo ci ha poi gentilmente regalato il suo magnifico libro Petit Royal con tanto di dedica personalizzata, un libro che leggerò e guarderò con molto piacere.

In conclusione consiglio caldamente a tutti di andare al Petit Royal di Courmayeur per provare la cucina creativa, giocosa ed armoniosa di Paolo e di soggiornare anche almeno per una notte nello splendido Grand Hotel Royal e Golf per rilassarvi in piscina (riscaldata) e per godere anche della splendida vista sul Monte Bianco. Inoltre il centro storico e la via pedonale di Courmayeur meritano sicuramente una visita e l’hotel e il ristorante si trovano proprio all’inizio della via pedonale. Paolo ha un grande talento, ha determinazione, ha passione e ha la tecnica per continuare a crescere e a stupire i propri ospiti nei prossimi anni…

Complimenti a Paolo, al suo Sous Chef Nicolò Talpo, alla sua Pastry Chef nonché compagna Titti Traina e al resto della brigata in cucina e complimenti anche a tutti i ragazzi della sala… bravissimi!

Io non vedo già l’ora di ritornare tra un anno per provare nuovi piatti meravigliosi.

(Di Alan Jones)