Ciao Maestro! Il saluto dei tanti amici a Gualtiero Marchesi

Cosa rende unico e grande uno chef…?

Il sapere, la conoscenza e la voglia di condividere il tutto …. chef&maître, unito al dolore della famiglia, raccoglie le parole d’amore per il grande Maestro… non c’è bisogno di scrivere biografie e racconti di lui…lui è la storia, è maestria e sarà sempre un piacevole ricordo che vivrà in tutte le grandi cucine.

(Foto di @gualtieromarchesi instagram)

Vogliamo dare spazio alle parole, parole spontanee, di chi soffre per la grande perdita.

Noi lo vogliamo salutare così:

BUON VIAGGIO MAESTRO…

Abbiamo chiesto ai diversi professionisti noti nel settore di dedicare un pensiero per il compianto Maestro , seguono i pensieri e le dediche di chi lo vuole ricordare insieme a noi.


Enzo Vizzari :  “Ho avuto modo di dirlo parecchio tempo fa, l’ho scritto nell’introduzione dell’ultima edizione della nostra Guida e lo ripeto ora con tristezza: nella storia della cucina italiana c’è un ‘prima di Marchesi’ e un ‘dopo Marchesi’. Per primo ha intuito la portata rivoluzionaria della ‘nouvelle cuisine’ francese, declinandone e sviluppandone le intuizioni attraverso la rilettura delle nostre cucine regionali.”


Heinz Beck: “Marchesi è stato e rimarrà sempre, il primo grande Chef della moderna gastronomia Italiana. Da solo ha saputo trasformare una cucina di grandezza assoluta in paradigma internazionale; Maestro quindi di cultura ancor prima di grandissimo Chef.”


Moreno Cedroni: “Che dire, per me sono come quelle storie fantastiche dove da piccolo lo vedevo come un gigante, poi te lo vedi entrare al ristorante e non hai le parole per descrivere quel momento, poi ci esci a cena, ti confronti con lui con amicizia e stima. Sarà sempre nei miei pensieri . Grazie.”


Philippe Lèveillè: “Marchesi come Bocuse, due mostri sacri della cucina. Il mio piú personale ricordo di Marchesi lo voglio conservare nel mio cuore.”


 Andrea Berton: “Marchesi ha sdoganato la cucina italiana legata alle tradizioni di casa in tempi non sospetti e l’ha portata ai livelli professionali che conosciamo oggi…tutti i cuochi italiani devono essergli riconoscenti di questo cambio epocale.”


Valentino Marcattilii: “Con Gualtiero ho un rapporto di amicizia fin dal 1976.
Il primo incontro fu in Francia, io ero già un poco conosciuto in Italia, lui stava aprendo in via Bonvesin, io ero al Ristorante Pyramide di Madame Point a Vienne vicino Lione per uno stage.
Aveva saputo che ero li e mi venne a trovare.
Era il giorno di chiusura del locale, dato che ero di guardia per eventuali ospiti della signora lo invitai e passammo un pomeriggio a parlare di cucina. Negli anni poi ci siamo visti per eventi in giro per il Mondo.
C’è stata sempre stima reciproca, il comune di Imola lo ha insignito del garganello d’oro per la divulgazione della cucina Italiana nel mondo.
Un abbraccio Ragazzo, cosi ci salutavamo…”


Mauro Uliassi : “Gualtiero Marchesi è stato di fondamentale importanza per la cucina italiana e per me ovviamente.
È’ stato colui che ha determinato il passaggio tra la cucina improvvisata dei ristoranti anni ’70 e quella professionale dei nostri tempi, con la figura dello chef Patron, mutata dalla sua esperienza in Francia dai Fratelli Troigros.”


Antonio, Nadia, Giovanni, Alberto Santini: “Un uomo, un amico, un grande chef che abbiamo avuto il privilegio di conoscere e con lui di percorrere insieme un’ importante parte della vita. Ciao Gualtiero ”.


Igles Corelli : “La sua cucina una piuma. La sua personalità un vulcano. Negli anni 80 un rivale, una meta”

In foto i Cavalieri della Cucina, Marchesi al centro aveva appena conquistato le tre stelle Michelin. (Igles Corelli)

Davide Oldani: “Maestro di vita e di cucina. Rimarrà per me il signor Marchesi”


Maria Grazia Soncini: “Che dire?! Ci mancherà e mi mancherà. La sua rivoluzione in Italia l’ho vissuta in tempo reale. Mi viene in mente un suo libro,” Oltre il fornello ” . Ecco ,”oltre” , quello per me è stato Gualtiero Marchesi. Con stima e gratitudine.”


Wicky Priyan : “Il Maestro Marchesi ha sempre avuto il rispetto per tutta la culinaria del mondo. 6 anni fa quando ho aperto Wicky’s in Via San Calocero era presente all’inaugurazione come pure 3 anni fa quando ho aperto in Corso Italia. Lui è uno Chef conosciuto in tutto il mondo che ha girato il mondo e io sono stato fortunato ad aver conosciuto il più grande Chef in Italia. Grazie mille.”


Angelo Troiani : “Ho da dire di lui che è stato il primo a far capire che in cucina se fai interagire assieme alle mani ed il cuore anche il cervello vai oltre…..e difatti lui è stato il primo cuoco italiano pensante….. il big-ben italiano!!!!
Ciao Maestro.”


Felix Lo Basso: “Per me era un’ icona della cucina innovativa ed era anche una persona intelligente e molto colta … è venuto a mangiare da me la scorsa estate e quando l’ho visto mi sono emozionato”


Cristoforo Trapani: “Semplicemente GRAZIE al Maestro Gualtiero Marchesi perché grazie a lui i nostri figli leggeranno sui libri la storia della cucina italiana. Brilla tra le stelle Maestro!”


Terry Giacomello: “Sono molto dispiaciuto per una perdita così grande.. una figura e un punto di riferimento per tutti noi… assieme a lui se ne va un pezzo di storia della cucina italiana.”


Matias Perdomo: “Ci lascia un grande uomo e un infinito sognatore!!! Senza ombra di dubbio la mente gastronomica italiana più libera e leggera di tutti il tempi!!!!! Speriamo che nei giovani la sua filosofia e visione di cucina non rimangano solo uno slogan !!!!”


Dominique Antognoni: “A me dava molto fastidio vedere come si approfittavano di lui. Lo tiravano per la giacca come se fosse un pupazzo. C’è una in particolare che pensava di ottenere dei favori se si presentava con Marchesi. Fingeva di fargli da badante, quando era solo interesse e tornaconto personale. Era uno spettacolo pietoso. Come dire “Eh, guardate con chi sono venuto”.
Pare che anche in ambiti più intimi la situazione non fosse delle migliori, ne parleremo più avanti.
Poi c’erano quelle cene ed eventi dove si faceva la gara a chi voleva dimostrare più intimità con lui. A onor del vero, Marchesi non si ricordava quasi di nessuno. Una sera, a La Griglia di Varrone, si presentò all’improvviso e si sedette accanto a me. Il motivo era semplice: unica sedia vuota. Non potete immaginare, si scatenò una bagarre mai vista per impossessarsi della sedia accanto alla sua. Le giornaliste più lontane stavano per esplodere, eravamo vicini all’isteria collettiva, si sentivano escluse (da cosa, poi?). Venivano a baciarlo, ad accarezzarlo, una gli spostò i capelli come si fa ad un bambino. Ad un certo punto mi guardò esterrefatto, come per dire: “Ma chi diamine sono queste qui?”.
A La Griglia veniva spesso, perché ci passava ogni sera Lopriore, quando aveva il locale a due passi (I tre Cristi). Si vedeva che aveva per lui un’attenzione particolare, gli chiedeva sempre cosa cucinava, come andava. Ricordo un Lopriore sempre stravolto, come se avesse finito una maratona. Da Varrone impazziva per le patate affumicate, ne mangiava a iosa.
Tutte le volte che ci incontravamo dovevo presentarmi da capo, un po’ si vergognava di non ricordarsi i nomi, anche se il viso gli sembrava familiare. Sorrideva impacciato, come per dire “so che ci siamo visti altre volte, ma non chiedermi dove e perché”.
Una sera mi diede il suo nuovo numero di cellulare. Chiamai per una mini intervista, era a lezione ma rispose lo stesso. “Ora devo mettere giù, ci sentiamo fra un’ora”. Non ti metteva mai a disagio, gli veniva spontaneo venirti incontro. Mi sarebbe piaciuto conoscerlo da giovane e dirgli che quella storia delle stelle fu un autogol pazzesco. Probabilmente non ammetteva di essere messo in discussione e di non potere dominare e controllare i giudizi della Michelin. Immagino si fosse sentito dominato. Il suo ego non glielo poteva permettere.”


Ilario Vinciguerra: “Il piu grande Maestro della cucina italiana, che si è distinto per la sua tenacia, portando avanti il suo concetto di cucina , giusto o sbagliato che sia. Penso che da giovane sia stato lo chef più terribile (in senso buono) che gli altri potevano avere vicino … Ho avuto il piacere di conoscerlo, una persona dal carattere un po’ schivo… il classico milanese di poche parole, ma se poteva darti un consiglio te lo dava con il cuore.
Quello che mi dispiace è che in Italia diventi un grande solo quando muori, ora sono tutti amici…”


Giovanni De Vivo: “La cucina è di per sé scienza, sta al cuoco farla diventare arte (Gualtiero Marchesi). Grazie Maestro, per aver portato e diffuso l’arte della cucina italiana nel punto più alto della ristorazione mondiale. Onorato di avervi conosciuto, resterai sempre nei nostri cuori. Ciao Maestro ❣”


Marcello Trentini: “…sono arrivato alla cucina gourmet tardi e un po’ per caso, ai miei tempi di stelle e cuochi famosi si sapeva molto poco. A meno che non avessi avuto la fortuna di capitare in quel mondo con un percorso classico, la ristorazione si divideva solo in trattoria o lusso e nel lusso non ci si entrava tanto facilmente. Per me Gualtiero Marchesi era solo quel simpatico vecchietto che ammiccava dalle dispense di cucina che regalavano allegate alle riviste femminili (naturalmente “simpatico vecchietto” non vuol essere minimamente irriverente nei confronti del Maestro ma è il racconto di un ragazzo di 20 anni con gli occhi di 26 anni fa…) Ricordo che ero un cuoco autodidatta alle prime armi e quelle dispense le compravo e ne replicavo le ricette nei posti dove lavoravo, arrosto al latte e scarole, lonza di maiale all’arancia e rosmarino, sformato di fichi e mandorle. Questo per dire che anche ad un neofita totalmente fuori dal giro dei cuochi di vertice, a quelli che come me hanno cucinato per una vita nei peggiori bar di Caracas, il maestro ha lasciato qualcosa, un insegnamento, che in qualche modo è entrato nelle nostre vite. Incredibilmente, molti anni più tardi, grazie alla generosità dì bellavista, ho avuto la possibilità di cenare ad uno dei tavoli dell’albereta, proprio negli ultimi giorni della sua gestione. È stata un’emozione incredibile poter assaggiare quei piatti leggendari con i quali ero cresciuto e che mi pareva conoscere da sempre, come qualcosa di familiare anche se era la prima volta e sarebbe stata anche l’ultima. Tutto questo lo raccontai anche a lui con il mio solito fare scanzonato che non significa irrispettoso e lui ne fu divertito. Di quella sera conservo un selfie in cui eravamo entrambi allegri e sorridenti. Dopo lo incontrai molte altre volte e lui non mancò mai di darmi un buffetto e di fare una battuta sulla mia acconciatura.”


Alan Jones: “Ho avuto la fortuna di incontrare il Maestro al suo ristorante all’Albereta nel 2010 e nel 2011 e poi di nuovo casualmente al ristorante Kitchen dello Chef Lopriore nel 2014 (io ero lì a cena e il Maestro era passato a salutare le Chef)… pur avendo scambiato sempre solo qualche parola con lui, ho subito capito di trovarmi di fronte ad una persona colta, ad un artista che aveva ancora tanta passione per quello che faceva… è stato il primo grande Maestro di alta cucina in Italia, ha rivoluzionato la cucina italiana contribuendo in maniera significativa a portarla ai massimi livelli… piatti come il raviolo aperto, il riso oro e zafferano e il dripping di pesce sono solo alcuni dei suoi piatti che rimarranno per sempre impressi nella storia della cucina italiana… grazie di tutto Maestro e buon viaggio!”


Alessandro Gilmozzi: “Il Maestro indiscusso di tutti noi, colui che ci ha ispirato a lasciare un segno incisivo, ci ha insegnato a studiare un territorio, ad osservarlo, ad ascoltarlo e ad interpretarlo in forma artistica facendolo diventare il nostro obbiettivo di tutti i giorni.
Grazie maestro e buon viaggio!”


Claudio Sadler: “Gualtiero era un grande maestro, e resterà un’icona indiscussa nel nostro mondo, amava la cultura in ogni sua forma e quando si è avvicinato alla cucina per interpretarla lo ha fatto in Modo artistico, realizzando per primo un’espressione che molti cercavano, ma solo lui riuscì a realizzare, aprendo una strada che poi tutti noi abbiamo percorso dando vita alla nuova cucina italiana quella che oggi vive in tutti noi chef innovatori e illuminati.
Un ringraziamento lo dobbiamo a lui al suo coraggio alla sua intelligenza e al suo senso artistico …
grazie maestro Marchesi resterai per sempre con noi .”


Hilde Soliani:Grazie Maestro Gualtiero Marchesi per tutti i suoi insegnamenti soprattutto l’ultimo circa un anno fa quando dissi che il Genio assoluto era Paolo Lopriore e Lei con il suo sorriso pungente asserì ” Lei la sa Lunga”…”


Felice Marchioni: “Premetto che non lo conoscevo personalmente. Ho avuto modo di vederlo alcune volte ad alcuni eventi e nel suo ristorante. Vista la mia passione ho letto tantissimo su di lui. Conservo gelosamente alcune copie dei suoi libri autografate. Sono onoratissimo di aver avuto modo di assaggiare il suo “Riso oro e zafferano”. “


Errico Recanati: “Padre indiscusso della cucina italiana. Uomo pieno di eleganza e cultura, oggi senza di lui avremmo parlato di un’altra cucina! Un grande abbraccio alla sua famiglia e che la terra gli sia lieve.”


Giuliano Baldessari: “Diceva che la cucina è di per sé scienza e sta al cuoco farla divenire un’arte. Questo è l’essenza delle mie giornate, obiettivo e riferimento di ogni momento in cucina. Grazie Maestro.”


Tano Simonato: “Ho cominciato a seguire Gualtiero quando, ancora giovane, sentivo parlare di Lui.
Ha fatto il progresso della cucina italiana, ha creato nuove cose, ha dato lustro alla cucina Italiana, è stato il primo a credere che si doveva crescere, ma soprattutto è riuscito a dare la giusta innovazione ad una tradizione, pur buona, ma ormai stantia.
Insomma, ha fatto si che il mondo potesse credere che la cucina Italiana, non fosse solo pasta e pizza…
Pur non essendo mai stato vicino a Lui, mi ha tramandato molto, facendo si, che io potessi avere una mia filosofia… grazie Gualtiero…❤”


Alberto Gaido: “Da oggi manca Gualtiero . Il primo Cuoco pensante grazie al quale abbiamo potuto sviluppare le nostre passioni ed il nostro lavoro. Se non ci fosse stato lui oggi non ci conosceremmo e non ci sarebbe chef&maître! É la verità e speriamo che oggi la stampa lo ricordi non per vendere copie ma per quello che ci ha trasmesso. Mi ricordo ancora commosso la prima cena con lui a Bonvesin della Riva dove mi portò personalmente il risotto all’oro ed il raviolo aperto!! Era il 1989”


Alessandro Narducci: “Perdiamo oggi un pezzo di storia, un pezzo di cucina italiana, un esempio per tutti noi, a lui dobbiamo un grande “grazie” grazie perché oggi indossiamo con orgoglio la nostra divisa, grazie perché oggi abbiamo la consapevolezza di quello che siamo, grazie perché oggi possiamo parlare della nostra cucina italiana con grande orgoglio e ardore.
Ma soprattutto grazie di averci indicato la strada da seguire.
Grazie Maestro.”


Enrico Mazzaroni: “Posso solo dire che come sempre gli italiani santificano le persone solo dopo la morte …. Gualtiero avrebbe meritato almeno di essere senatore a vita ma purtroppo non siamo in Francia …Bocuose in Francia lo hanno santificato in vita e sicuramente Marchesi non avrebbe meritato nulla di diverso …”


Tomaz Kavčič: “Grazie Maestro per le lezioni di vita…Addio all’uomo di grande umiltà, generosità, e profonda umanità…Rimarrà nella memoria il sorriso gentile…”


Luigi Nastri: “Il mio più bel ricordo risale al 2009 quando sono stato a pranzo da lui e ho mangiato tutti i suoi classici. La cosa più bella è stata che lui per tutto il tempo è stato seduto al mio tavolo e ci ha raccontato la sua storia e soprattutto la storia di ogni piatto. Li ho veramente capito che la cucina e cultura e la cultura è cucina”


Giuseppe Molaro: “Ci sono voluti centinaia di anni perché i francesi rendessero elegante la zuppa di cipolle. Io sto cercando di fare lo stesso con gli spaghetti.
Così esordiva Marchesi al New York Times negli anni ‘80 ed e’ quello che ha caratterizzato la sua cucina allora fino ad oggi: un grande chef, un grande pioniere della cucina italiana, europea, mondiale da cui nel corso di tutta la mia carriera, da quando ero studente ad oggi ho appreso tanto e ha lasciato il segno a me, a chi come me ha intrapreso questa strada e a chiunque abbia avuto modo di conoscere il suo “genio”.”


Valentino Palmisano: “Ho incontrato Marchesi a Shanghai ed ebbi la fortuna di passare la serata a cena con lui. Mi trovavo di fronte all’icona della cucina italiana e mi sentivo disarmato, ma in realtà ero davanti ad una persona che mi mise a suo agio e fu in quel momento che mi resi conto della grandezza dell’uomo dietro lo chef.
Abbiamo tutti perso una persona che ha cambiato il modo di interpretare la cucina italiana nel mondo, un esempio di professionalità ed umanità.”


Lele Usai: “Mi piacerebbe onorare il maestro dicendo che ha fatto altissima qualità per 60 anni…che ci ha ispirato…e che continuerà a farlo…”


Il popolo di chef&maître e i loro messaggi di vicinanza , un esplosione di cordoglio,

ecco i loro saluti: