Finalmente giustizia per la pizza di Cracco

Se uno ha rispetto per i suoi lettori e rispetta se stesso allora cerca ferocemente di dare e offrire il meglio, anche di più. Cerca disperatamente e compulsivamente di impressionarli, di emozionarli. Ogni santa parola. Ogni santa riga. Ogni santo giorno. Certo, pare utopia, però se si vuole essere autorevoli e stare sempre con il dito puntato contro quello o quell’altro, allora almeno uno deve giocarsi bene le carte.
Fotografare con il telefonino la pizza non pizza di Cracco, oppure prendere lo scatto malriuscito del buon Emanuele Bonati e spargerlo ovunque è stato esattamente l’opposto: dilettantismo puro e spregio verso il mestiere e i lettori.
Se hai un po’ di orgoglio e se ami visceralmente il tuo lavoro allora prendi un fotografo di prim ordine e fai le foto in tal modo da dare ai lettori una giusta prospettiva. Vuoi emozionarli ed informarli, non essere approssimativo.
Eccoci, dunque. Ora vi pare una brutta pizza?


Si è sempre andato fuori contesto per questo piatto, perché di piatto si tratta, per di più un piatto proposto da uno chef stellato, roba assai diversa da una pizza fatta da un pizzaiolo in una pizzeria.
Guardatela ora: brilla. Splende. Intriga. Incuriosisce. E’ uno snack inserito nel menù di un ristorante che, udite udite, non ha il forno a legna.


La pizza non pizza può piacervi oppure no, ma per lo meno d’ora in poi avrete un’idea precisa sul com’è fatta. E’ il piatto più mediatizzato dell’anno, lo chef che lo ha proposto è lo chef più mediatizzato degli ultimi 7-8 anni, la Galleria è il posto più bello di Milano: è un obbligo morale e professionale scegliere il miglior fotografo possibile per rendere giustizia a lui e al mestiere che sta facendo, così come a voi che state ora leggendo l’articolo su Chef & Maître.


Mi alzo in piedi per le foto di Modestino Tozzi, probabilmente il migliore sul mercato in questo momento. Ci siamo andati, abbiamo allestito un set fotografico e ci siamo dati da fare in maniera spasmodica.
Se i vari tg prezzolati e i quotidiani grigi e stanchi avranno di nuovo la voglia di sdottorare allora che alzino il sederino dalla sedia calduccia e si portino un operatore oppure un fotografo in Galleria.
La zia e il nipote possono fotografare con il telefonino, uno che sbraita istericamente proclamando la sua etica, deontologia e superiorità in quanto giornalista professionista, no.
Godetevi le immagini e immaginatevi il primo morso…

 

Di Dominique Antognoni

Ph by Modestino Tozzi Photographer ©