L’ intervista scomoda a Dominique Antognoni e la sua “Guida”…

Dominique Antognoni

Dominique Antognoni non si trattiene e dice tutto ciò che pensa, chi lo conosce lo sa bene, noi lo abbiamo intervistato. Buona lettura.

Cominciamo, parlaci un po’ di te.

Ho cominciato come fotografo di calcio quando avevo 16 anni , ho scritto sui giornali più importanti in Romania e poi in Israele, dopo una 20ina d’anni quando arrivai in Italia, a Milano, continuai a occuparmi di calcio, quando il Giornale mi chiamò per propormi di scrivere per loro riguardo il golf, in sostituzione del compianto Mario Camicia. Anche se poi il Golf non funzionava tanto in Italia, visto che i grandi sponsor con la crisi economica si fecero da parte. Iniziai poi a creare un connubio tra moda e food, creando così “good life”, convinto che si potesse fare qualcosa legato alla cucina. Ultimamente il mondo della moda e quella della cucina sono pressochè identici, la stessa voglia di creare e di stupire con una sfilata come nei piatti di un grande chef. Il mondo della cucina è cambiato, è diventato molto patinato, fino all’arrivo di Gordon Ramsay che ha trasformato tutto, fino a 15 anni fa fare il cuoco era un po’ come fare il marinaio, non era un lavoro qualificante e di cui vantarsi, chi andava a fare il cuoco erano le persone che non sapevano cosa fare nella vita, oggi tutto è cambiato e difatti come lo stilista che crea oggi sono i cuochi a creare ed è per quello che è nato Good Life.

 
Critica gastronomica vera o a pagamento?
La più grande critica gastronomica al mondo che si chiama Ruth Reichl, scriveva anche per il New York Times ,lei andava nei ristoranti , quelli di livello ovviamente, anche due o tre volte , per poi scrivere un articolo, ovvio che poi lei veniva rimborsata. Tu dimmi oggi, quale giornale in Italia ti rimborsa per andare a mangiare da Cracco, NESSUNO! Oggi la cosa più semplice è telefonare a Cracco ad esempio chiedendo di parlare di lui e la sua filosofia, assaggiando qualche piatto per fare un articolo, dove  la verità è che diventa complicato poi “stroncare” chi conosci, si creano poi dei rapporti e diventa difficile; non come la Reichl che pagava sempre e “bastonava” nel caso, decidendo le sorti degli chef e dei ristoranti. Qui in Italia non si può scrivere male di nessuno, neanche del calcio e dei politici, il giornalista non può dare dei voti bassi o dare esclusive negative, perchè poi il direttore boccia il pezzo, non vuole rogne! Allora perchè solo la critica gastronomica dev’essere diversa? L’italiano è democristiano e non ha voglia di rogne, non si vuole ne rinunciare agli inviti a tal punto di mettersi a tappetino talvolta scrivendo anche fuffa pur di scrivere, l’importante è portare a casa lo stipendio, ma in fondo che servizio diamo?
 
Gli chef  dentro o anche fuori dalle cucine?
La media di incassi di un ristorante stellato con 1 stella è di 700mila euro , un bistellato la media è un milione e un tristellato è un milione e cinque, morale della favola, nessuno chef stellato al mondo riesce stare in piedi con il solo incasso del suo ristorante,
Se tu fai conto che Heinz Beck fino all’anno scorso perdeva un milione all’anno, ma all’Hilton andava bene così, se tu fai conto che a Crippa fino all’anno scorso ha sempre perso soldi ed è la prima volta che arriva in parità, non si può chiedere sempre agli altri di fare i puri e noi possiamo fare tutto, questo mi da fastidio, noi possiamo fare tutto anche prendere il nero, fare due lavori e loro devono stare in cucina, scusa eh, fa il cuoco e perde mezzo milione l’anno e cosa deve fare? Fare il puro e morire puro in cucina? Non sono d’accordo, Il cuoco non va a rubare, lavora 12 ore al giorno e se può fare dell’altro lo faccia! Anche la tv.

 

Parliamo di guide , su quali vuoi esprimere critiche e pareri?
Ti faccio un paragone, nel calcio esiste il pallone d’oro e poi tutto il resto è nulla, nel cinema esistono gli Oscar  e niente altro, cosi nella cucina esiste la Michelin e tutto il resto non esiste, ti faccio un esempio: quanta gente sa quanti cappelli ha Cracco o quante forchette o altro, nessuno…tutti sanno che a Cracco le hanno tolto la stella e si parla solo di questo, tu puoi avere i punteggi  migliori su tutte le guide, ma vale solo la Michelin, non c’è paragone. Gli altri fanno un lavoro più utile a livello “locale”, ma non possiamo metterli a confronto.
 
La Guida di Dominique Antognoni?
Ci sono molti che secondo me hanno troppe stelle rispetto a quelle che meritano e/o non meritano, uno di questi molto  sopravvalutato è Claudio Sadler , perchè ha una cucina anni 80, lui dice a Voi, “voglio sapere perchè me l’hanno tolta”, beh dovrebbe saperlo, l’hanno tolta perchè sono almeno 10 anni che non inventa più , non riesce più a sorprendere e stupire come prima, anche se umanamente è spiegabile non è che possibile fino a 100 anni ogni tre mesi fare un menù fantastico, batte un po’ la fiacca e il problema è che attorno a lui tutta gente che si mette a tappetino a fare recensioni bellissime e poco veritiere. 
Poi un altro sopravvalutato è Tano Simonato secondo me , si dice dal 2005 che gli toglieranno la stella e non gliel’hanno ancora tolta, ma se ogni anno si parla di lui, vuol dire che proprio bravo bravo non è.
 chef & maître: beh, secondo noi invece la sua cucina merita e la sa trasmettere…
Altro non degno di nota è Filippo La Mantia, bravo come trattoria e dice che della stella non gliene frega nulla, invece rosica, ma poi chi gliela vuole dare?
Un altro  è Sergio Mei, quello che è stato per una vita al Four Season e non è mai riuscito a prendere la stella…e come giocare nel Real Madrid e non aver vinto nulla.
Poi aggiungo Leemann nella lista di quelli sopravvalutati.
Per prima cosa, non ho mai visto una roba del genere, in privato é quello che la gente prende per i fondelli di più, ma in pubblico nessuno lo ammette. Tutti dicono: poverello, è fuori di testa, ma poi in pubblico, forse perché i giornali sono tutti progressisti, si stendono per terra davanti a lui, perché non puoi parlare male di uno salutista. In più il ristorante è triste come lui.
Adesso passiamo ai promossi Dominique…?
Carlo Cracco: ha avuta la sfortuna di essere un genio quando ancora nessuno parlava di cucina, lui è uno che di sicuro rimarrà nella storia della cucina.
 
Andrea Berton: è uno che ha l’ossessione per la leggerezza, io non so come fa, ma se tu mangi da lui 50 piatti, esci come se non ne avessi mangiato neanche uno, ma in senso buono, è straordinario per spirito imprenditoriale e per concretezza, poi il suo menù dei brodi è unico al mondo.
 
Michelangelo Mammoliti: mi piace e ci scommetto che prenderà 2 stelle presto ma anche 3, lui vive per la stella, è un animale da ristorante straordinario e fa da mangiare in modo strepitoso, fa grandi cose ha un fuoco dentro che gli farà fare sempre cose strepitose.
Lorenzo Cogo: in Lorenzo c’è qualcosa di speciale , se tu lo guardi negli occhi capisci che ha una marcia in più, per quanto gli altri chef non sono sempre propensi a parlar bene dei loro colleghi, Cracco e Berton lo fanno, infatti i compleanni o le serate speciali le fanno sempre da lui, anche i mostri sacri impazziscono per lui.
 
Felice Lo Basso: perchè è uno che fra tutti questi mega stellati è il più terra terra nel senso buono ed è uno che ha fatto elevare la pasta al pomodoro ad un piatto stellato mega venduto, io impazzisco per lui, è geniale, è uno chef che riesce a fare diventare un piatto basico da trattoria in un piatto eccellente e super stellato.
La pasta al pomodoro che fa è da mille stelle.
 
Eugenio Boer: lui è uno cosmopolita che mette insieme delle culture creando dei piatti grazie alla ricercatezza con cose straordinarie e sono stato contentissimo per la sua stella.
 
Wicky Pryian: per me , nella mia classifica è fra i primi tre, è unico, quando il ristorante è unico c’è poco da aggiungere.
 
Visto che parli di Wicky, secondo te perchè non ha ancora preso la stella?
Perchè è troppo estremo , la Guida non è che se non ti da la stella è perchè ti ha bocciato, semplicemente è un punto interrogativo e la prenderà l’anno prossimo, da Wicky sono andati un sacco di ispettori, non è che è stato messo da parte, addirittura lo scorso anno gli ispettori sono andati tre volte. Non saranno ancora convinti al 100%, ma non significa che non lo considerano, anzi. Spero che la prenda presto, glielo auguro, anche per un riscatto sociale…
Continuiamo con i promossi…
 
Misha Sukyas: uno stregone, lui riesce a mettere insieme dieci elementi e ti manda in paradiso, riesce a creare dei sapori formidabili, aprirà fra dieci giorni il suo ristorante, vai da lui ed esci cantando.
 
Giancarlo Morelli: di una umanità che si vede anche nel piatto , è uno di quelli che è riuscito a prendere la stella senza mai volere fare il fenomeno, non è mai andato dietro le mode, quando nei ristoranti si mangiava solo col cucchiaio, ha sempre tenuto fede ai suoi principi con una linea ben precisa, lui è figlio di contadini e nel piatto mette la materia prima, lui ha saputo essere costante e ha creduto in quello.
 
Terry Giacomello: è l’unico italiano ad essere stato assunto con contratto da Ferran Adrià, ha una mano e delle idee pazzesche, l’unica cosa è che quel ristorante secondo me è da centro di Milano, è troppo estremo per Parma, hanno una cultura troppo tradizionalista anche se un po’ alcune tendenze stanno cambiando, è uno che merita il ristorante sempre pieno , a Milano probabilmente sarebbe così..
 
Parliamo di Milano il food è notevolmente cresciuto negli ultimi anni, a che cosa è dovuto secondo te?
E’ cambiato il modo di spendere, prima i milanesi facevano quattro week end, oggi si accontentano di fare due week end e con gli altri soldi una volta al mese vanno in questi ristoranti, il milanese ha sempre tenuto allo stile, alla moda e al mangiar bene, la crescita del food ha solo sottolineato alcune tendenze.
 
Non ce ne sono troppi di ristoranti?
Lo può dire solo il mercato, oggi guarda quanti ce ne sono in centro a Milano in 500 metri in linea dritta, ci sono sei stellati, c’è Felix, c’è Conti , c’è Guida, c’è Gozzoli, c’è Cracco e c’è Aprea e lavorano tutti, significa che non sono troppi.

 

Le manifestazioni food più importanti a Milano?
Il Taste di gran lunga, si mangia bene e la gente vuole questo. Non a caso ci sono file pazzesche, niente fronzoli, non vogliono insegnarti nulla, solo farti felice, niente “pippotti” ideologici, discorsi ipocriti e sonnacchiosi contro la fame e altro…

 

Ti riferisci a chi quando ti esprimi così?
A Identità Golose, mi sembra il congresso del partito comunista di Ceausescu, poi gli chef fanno discorsi che nessuno ci crede, da Bottura mi veniva il “voltastomaco”, “sperpero di qua e di là”, questo “terzomondismo” non richiesto ti fa venire l’orticaria. Poi tre anni fa Leemann che parlava dell’acqua felice con la gente che si vergognava, ovviamente tutta la stampa adorante, nessuno a chiedere ma che caxxo sta farneticando?

 

Altro da aggiungere Dominique?
Si, due cose. La prima é che mi impressiona sempre vedere oggi ristoranti senza identità e personalità. Vale anche per uno chef, rimango senza parole quando vedo piatti senza effetto wow, senza mordente, senza nulla. Come pensano di andare avanti, come fanno a non rendersi conto che il locale e i piatti non sono coinvolgenti?
Un’ultima cosa. Le grandi catene alberghiere devono avere più coraggio..Purtroppo il loro marketing è obsoleto e inesistente. Non si rendono conto che per esempio a Milano ai milanesi non frega nulla di un albergo nuovo, ma di un ristorante sì. Guarda l’Hilton di Roma: forse nessuno ci è stato, ma tutti sanno che lì c’è un ristorante con tre stelle. Morale, un ristorante di alto livello può essere un veicolo fondamentale, ma non ci arrivano.
In più hanno tanti soldi, le stanze fanno da ombrello, si può anche perdere un pò il primo anno. Ma un cinque stelle ha quasi l’obbligo di splendere anche come ristorazione e lo possono anche fare, hanno i soldi. Se tu pensi che il Four Seasons, il Bulgari, Palazzo Parigi e altri ancora non hanno mai avuto l’idea di portare uno chef di alto livello… sei il Four Seasons, puoi anche pensare a prendere tre stelle, un giorno…

 

Sapevamo che sarebbe stato un “rischio” intervistarti, in quanto sei una persona molto schietta e diretta, seppur non siamo completamente d’accordo  riguardo le opinioni di molti professionisti, ne fra i promossi ne tanto meno fra i “sopravvalutati”, ad esempio Claudio Sadler e Tano Simonato, oltre che Bottura qui in conclusione, siamo felici di averti intervistato e aprire un dibattito che non per forza di cose dev’ essere convergente e condivisibile da tutti, su alcuni nomi da te citati speriamo di farci un’ idea quanto prima andando ad assaggiare la loro cucina…
Conclusione Dominique?
Il connubio tra cibo e sesso esiste, la cena è un preambolo amoroso che va di pari passo con il sesso, andiamo in un bel posto a mangiare, una bella cena, un bel ristorante, mi piace molto questa sensazione che inizia con i piatti e finisce in maniera romantica. La sensualità può partire da una bella cena se la compagnia è gradevole…
 

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